Grazie ai colleghi di 3sulblog oggi vi proponiamo un loro interessantissimo articolo sulle differenze e analogie tra i 2 maggiori tipi di touchscreen implementati nei nostri dispositivi palmari: il touchscreen di tipo capacitivo e quello di tipo resistivo. Un ringraziamento particolare và all’autore dell’articolo Sassiric che ci ha permesso di pubblicarlo sul nostro sito.
Sassiric scrive:
Va detto innanzi tutto che gli schermi resistivi sono basati su una tecnologia molto più vecchia rispetto a quella che caratterizza i display capacitivi: risale al 1995 il primo prototipo di tecnologia resistiva.
Il touchscreen di tipo resistivo basa il suo funzionamento su resistenza elettrica: premendo lo schermo si crea un contatto tra due strati cconduttori elettricità. Il dispositivo traccia le coordinate posizionali del contatto comunicando i dati al sistema operativo. Adottano questo tipo di schermo tutti i terminali touchscreen della Nokia, come il 5800 XpressMusic e l’N97, ma anche moltissimi altri cellulari.
Il touchscreen capacitivo genera un flusso di elettroni attraverso la superficie del display: quando un oggetto capacitivo, come le dita umane, toccanno (o semplicemente sfiorano) lo schermo il flusso di elettroni si distorce. Il dispositivo, tramite dei sensori posizionati in ciascun angolo del display, rileva la distorsione e assegna le coordinate del tocco. Ecco perchè su schermi capacitivi non è possibile utilizzare oggetti inanimati come ad esempio i pennini. Adottano questo tipo di schermo ad esempio l’iPhone l’HTC G1.
Cerchiamo ora di fare un confronto valutando alcuni aspetti “fondamentali” per un buon display touchscreen.
Visibilità in ambienti chiusi
Resistivo: tipicamente molto buona.
Capacitivo: tipicamente molto buona.
Visibilità all’aperto
Resistivo: tipicamente povera, lo strato extra riflette troppo la luce esterna
Capacitivo: tipicamente molto buona.
Sensibilità del tocco
Resistivo: la pressione è fondamentale per interagire con lo schermo ed è possibile utilizzare le dita (anche indossando guanti), unghie, pennini ecc. La possibilità di utilizzare il pennino è molto importante nel mercato Asiatico e per il riconoscimento dei caratteri scritti.
Capacitivo: anche il minimo contatto del nostro dito carico di elettroni con lo schermo di vetro è sufficiente per attivare il sistema di rilevamento. Non funziona con oggetti inanimati/unghie/guanti ecc. Il riconoscimento della grafia è quindi ancora macchinoso.
Precisione
Resistivo: preciso almeno quanto la risoluzione dei pixel del display, come si può notare disegnando o scrivendo caratteri utilizzando il pennino. Molto utile per il riconoscimento della grafia e per interfacce con piccoli elementi di controllo.
Capacitivo: una precisione di pochi pixel, in teoria, ma seriamente limitata dalle dimensioni fisiche delle dita, il che rende difficile selezionare qualsiasi cosa sulla schermo più piccola di un centimetro quadrato.
Costo
Resistivo: economico da usare nel design di un telefono.
Capacitivo: più costoso del display resistivo, dal 10% al 50% in più, dipende dall’azienda produttrice. In un cellulare di punta, questo costo extra non fa certo la differenza, mentre per un cellulare di fascia media, usare uno schermo capacitivo potrebbe essere proibitivo.
Possibilità di Multitouch (tocchi multipli)
Resistivo: nessuna, senza una riprogettazione del modo in cui uno schermo resistivo è collegato al’elettronica del terminale.
Capacitivo: dipende dall’implementazione e dal software. Il multitouch è presente sia sull’iPhone che sull’HTC G1.
Robustezza
Resistivo: la natura stessa degli schermi resistivi implica la presenza di uno strato superiore morbido e soffice abbastanza da essere premuto verso il basso. Questo rende vulnerabile lo schermo a graffi e danni minori. Uno schermo resistivo inoltre potrebbe andare incontro ad un’inevitabile usura, rendendo necessaria una cura frequente.
D’altro canto, lo strato resistivo sopra lo schermo in plastica rende il dispositivo robusto e immune a danni provocati da cadute.
Capacitivo: il vetro può essere utilizzato come strato esterno. Sicuramente questo materiale non è invulnerabile ed è sicuramente incline a rotture dovute ad impatti. Ma il vetro è anche più resistente a graffi e ammaccature occasionali.
Igiene
Resistivo: in seguito all’utilizzo di unghie o pennini c’è minore probabilità di riempire il display di impronte digitali, di sporco o di germi. (ammazza che schifo)
Capacitivo: il tocco delle dita è essenziale per poter interagire con lo schermo e quindi sono inevitabili le ditate. Ma è anche vero che il vetro è un materiale facile e rapido da pulire.
Fattori ambientali
Resistivo: cifre esatte non sono disponibili, ma prove aneddotiche suggeriscono che il Nokia 5800 XpressMusic può lavorare tra i -15°C e i +45°C circa e con tutti i tipi di umidità presenti sul pianeta.
Capacitivo: la temperatura tipica di operatività è compresa tra 0°C e 35°C e richiede almeno il 5% di umidità (per far lavorare l’effetto capacitivo)
Gli schermi resistivi hanno sicuramente i loro vantaggi: poter utilizzare un pennino o una stilo, costi di produzione contenuti, possibilità di essere impiegati in dispositivi robusti e riescono a gestire condizioni climatiche più estreme.
Questo confronto può essere vinto da entrambi, come nella maggior parte dei confronti tecnologici. Infatti, più che considerare queste due tecnologie come rivali, viene più naturale vederle come alternativa l’una dell’altra, con punti forti e punti deboli. E quindi aspettiamoci di vedere ancora molti terminali resistivi e capacitivi uscire sul mercato. Certo, il fascino dello schermo capacitivo è probabilmente superiore, ma qui entriamo in un discorso soggettivo, o forse non ne siamo mai usciti.